Report marzo 2025 – si scaldano i motori

Nel mese di marzo, le colonie di api in Toscana sono entrate in una fase di pieno sviluppo, favorite da condizioni climatiche miti e da una buona disponibilità di scorte residue dall’inverno.

 

Meteo

I mesi di febbraio e marzo sono stati caratterizzati da un inverno relativamente mite, con temperature medie superiori di circa 1°C rispetto alla norma stagionale. L’assenza di ondate di freddo significative ha favorito una ripresa precoce dell’attività delle api. Le precipitazioni sono state abbondanti nel mese di febbraio, contribuendo a un buon apporto idrico per la vegetazione, mentre marzo ha visto una prevalenza di giornate soleggiate, con temperature diurne spesso superiori ai 15°C e picchi fino a 20°C nelle zone costiere e di pianura.

Tuttavia, le escursioni termiche sono rimaste elevate, con nottate fredde che in alcune vallate appenniniche hanno registrato minime fino a -2°C/-3°C. Questa discrepanza tra le temperature diurne e notturne ha permesso alle fioriture di non essere particolarmente anticipate rispetto agli anni precedenti e, allo stesso tempo, ha limitato un’eccessiva deposizione da parte delle regine, contribuendo a un consumo più contenuto delle scorte.

Dinamiche territoriali

Costa e isole: si segnalano nascite di fuchi, indicando che le famiglie più forti stanno già preparando la stagione riproduttiva. In queste aree le api stanno importando nettare e polline da rosmarino ed erica, che rappresentano una risorsa importante per la crescita della covata. Purtroppo la fioritura di erica sembra destinata a breve durata danneggiata in parte dalle eccessive precipitazioni. 

Collina: La covata a fuco è ormai diffusa e la fioritura dell’erica è imminente, il che potrebbe favorire un ulteriore incremento della deposizione da parte delle regine e fornire risorse utili per la crescita delle colonie.

Alta collina: famiglie come di norma piuttosto ferme a causa delle temperature notturne ancora basse.

Si registrano diverse segnalazioni di colonie orfane, probabilmente a causa della presenza di regine mal fecondate nel 2024. Questo fenomeno potrebbe essere una conseguenza del clima instabile della scorsa primavera, che ha reso difficile una fecondazione ottimale delle regine.

 

Lavori del mese

Marzo è un mese chiave per preparare al meglio le colonie alla stagione produttiva. Ecco le principali operazioni da effettuare:

Verifica dello stato delle famiglie: Controllare la presenza della regina, l’estensione della covata e il numero di telaini occupati. 

Gestione delle orfanità: in caso di colonie orfane, valutare la sostituzione delle regine con nuove regine feconde se presenti o procedere alla riunione con famiglie più forti valutando prima l’assenza di patologie.

Monitoraggio delle scorte: sebbene siano ancora discrete il consumo in questa fase è molto elevato, è importante quindi monitorare il consumo per evitare carenze improvvise, specialmente nelle colonie in forte sviluppo.

Espansione o restringimento del nido: è probabile che alcune colonie invernate necessitino di un’espansione per dare spazio alle regine alla deposizione ed evitare la congestione del nido. Tuttavia, questa operazione non è sempre scontata: in areali caratterizzati da ritorni di freddo e gelate notturne, è fondamentale evitare di raffreddare la colonia. In questi casi, potrebbe essere più opportuno restringere il nido utilizzando due diaframmi per mantenere il calore all’interno della colonia e garantire il corretto sviluppo della covata.

Preparazione ai primi raccolti: le prime fioriture di erica e rosmarino potrebbero già offrire nettare e polline utili per lo sviluppo delle colonie. Monitorare l’andamento delle importazioni per valutare la necessità di interventi.

Valutazione delle colonie: in questa fase le colonie appaiono piuttosto eterogenee ed è opportuno valutare caso per caso il da farsi. Si sconsiglia al momento di pareggiare le colonie, poiché si rischierebbe di indebolire quelle più promettenti a favore di famiglie che potrebbero risultare irrecuperabili.

Conclusioni

Le condizioni attuali offrono una buona base per l’espansione delle colonie, con risorse nettarifere disponibili e scorte ancora presenti. Tuttavia, la gestione del nido, delle orfanità e il controllo delle patologie saranno aspetti cruciali, poiché, se trascurati, potrebbero causare gravi  cali demografici nel mese di aprile. Con un’adeguata attenzione e interventi mirati, le famiglie potranno svilupparsi in modo equilibrato e prepararsi al meglio per le prime produzioni primaverili.

Report febbraio 2025 – la stagione ai blocchi di partenza

Gennaio 2025 si è confermato come il più caldo in Toscana dal 1955.

Le temperature hanno registrato valori ben superiori alla norma: non sono mancate alcune brinate, ma di certo non sufficienti a delineare un vero inverno, specialmente considerando che per gran parte del mese le massime hanno oscillato tra i 15 e i 18°C, quando normalmente non dovrebbero superare i 10°C.

Difficile ipotizzare che questa tendenza cambi, ed è probabile avere temperature sopra la media per tutto febbraio, con un inverno che, almeno finora, è sembrato solo una parentesi e a questo punto speriamo non arrivi più.

 

Al momento, febbraio è iniziato con temperature e precipitazioni ben al di sopra della media, ma stanno mancando le nevicate, fondamentali per garantire un cospicuo e duraturo apporto idrico. La mancanza di un vero raffreddamento invernale potrebbe avere ripercussioni anche sulla stagione successiva, favorendo lo sviluppo precoce di parassiti e patogeni sia per le piante che per le api.

Fioriture anticipate

Sebbene le temperature massime abbiano toccato picchi elevati, il freddo notturno e l’elevata umidità atmosferica, con frequenti nebbie mattutine nelle vallate, hanno rallentato le fioriture del periodo che, sebbene in anticipo, non lo sono ai livelli delle ultime stagioni.

È comunque ancora presto per parlare di fioriture primaverili, ma quest’anno non si dovrebbero riscontrare problemi legati alla siccità, che in passato aveva compromesso la produzione di miele di erica, sulla e millefiori primaverile.

Nelle giornate di sole, le api sono già attive sui fiori di rosmarino, viburno e nocciolo, mentre in città si è già osservata la fioritura della mimosa, un fenomeno che negli ultimi anni si sta verificando sempre più in anticipo (già a gennaio). Questa fioritura anticipata potrebbe avere conseguenze sulla disponibilità di polline nelle fasi cruciali della ripresa primaverile.

Stato delle famiglie

Negli intervalli di bel tempo, gli apicoltori hanno ripreso le prime visite agli alveari, evitando però di aprire troppo le arnie per non disperdere il calore. L’obiettivo principale di questi controlli è verificare il consumo delle scorte invernali e lo stato della covata.

Le colonie ben invernate, con abbondanti riserve di miele, mostrano ancora un buon quantitativo di nutrimento, segno che il consumo durante l’inverno non è stato eccessivo. Questo potrebbe essere dovuto a una limitata deposizione da parte delle regine, che ha ridotto il fabbisogno energetico della colonia. Tuttavia, alcune famiglie hanno ripreso la deposizione più precocemente, aumentando i consumi e rendendo necessaria un’attenta verifica delle scorte.

Non mancano famiglie con riserve ridotte che necessitano di un’integrazione con candito. Inoltre, alcune colonie hanno subito un calo numerico tale da mettere a rischio la loro capacità di riprendersi in primavera, specialmente se nei prossimi mesi si verificassero ondate di freddo tardivo. È quindi consigliabile monitorare attentamente la situazione e, se necessario, intervenire tempestivamente per supportare le colonie più deboli.