Inverno

nespolo apeLe colonie si sono affacciate al 2013 con scorte in discreta quantità e con consumi di miele nella norma.
A gennaio le famiglie erano distribuite in media su: 5-6 telaini nel Mugello e sulla costa, su 3-5 telaini nel senese e nel fiorentino mentre nelle zone più fredde

dell’Appennino su 3-4 telaini. Da segnalare uno sviluppo più limitato negli apiari a conduzione biologica.
Verso fine gennaio le api hanno ricominciato ad importare polline e le regine hanno iniziato a deporre prima nel grossetano, poi nel fiorentino, nel senese e nel Mugello. Un po’ ovunque è stata rilevata una notevole caduta di varroa a seguito del trattamento invernale.
Alle porte della primavera le famiglie erano nel complesso sane ma non particolarmente numerose. La mortalità invernale è stata del 10-15% anche se vi sono state perdite maggiori negli apiari trattati in ritardo e negli sciami tardivi non alimentati.
I giorni con temperature sopra la media stagionale di fine febbraio e le fioriture di tarassaco, mandorlo, salvia e sporadici fiori di campo hanno riattivato l’importazione di polline e la deposizione delle regine con rose di covata su tre telaini sulla costa fino a piccole roselline su 1-2 telaini in collina. Il risveglio delle regine è tardato in alta quota dove a febbraio si sono registrati ancora blocchi di covata sopra i 700 metri.

Primavera

acaciaombrelloAll’inizio della primavera, nonostante qualche sporadica precipitazione, è coinciso un tempo stabile con temperature massime sopra la media per tutta la seconda parte di marzo e il mese di aprile.
Questo innalzamento delle temperature ha provocato un livellamento delle fioriture e una fioritura precoce su tutta la regione di: alberi da frutto (pesco, susino, ciliegio, melo, ciliegio), cisto e raperonzolo. Questa esplosione di fioriture non è tuttavia bastata a mandare le api a melario. Successivamente, col sopraggiungere di colza, erica, senape selvatica e tarassaco, l’importazione di nettare e polline è aumentata notevolmente in particolare nelle zone con buona presenza di colza.
Le api hanno approfittato delle alte temperature e dopo i livellamenti, in pochissimo tempo sono passati da quattro a sei telaini di covata accumulando polline e nettare di stagione.
A fine aprile e per parte del mese di maggio il bel tempo a lasciato spazio a precipitazioni che hanno compromesso il raccolto delle fioriture successive.
Chi ha messo i melari subito prima della fioriture di acacia ha raccolto un millefiori molto umido ed è spesso stato costretto a togliere i melari e deumidificarlo per far posto al nettare di acacia.
La fioritura dell’acacia è stata fortemente condizionata dalle continue piogge e dagli sbalzi termici tra il giorno e la notte, queste avverse condizioni atmosferiche hanno provocato un appassimento dei fiori in tempi molto brevi.
L’importazione di nettare di acacia è stata quindi mediamente bassa con produzioni medie di circa un melario con picchi di due melari dove la pioggia ha risparmiato le fioriture e melari vuoti dove il maltempo ha bagnato i fiori appena aperti.

A metà maggio è stata segnalata una buona fioritura di cardo e l’inizio del trifoglio anche se, specie nel grossetano, l’importazione di nettare è andata diminuendo lasciando spazio al raccolto di polline di campo per poi ricominciare a fine mese con la fioritura della marruca.
Chi ha spostato gli apiari sulla sulla ha avuto ottime produzioni con punte di 40-50 kg a famiglia.
Le famiglie hanno infatti reagito ai primi caldi primaverili con una repentina crescita e successivamente sono state “forzatamente” chiuse nel nido a causa del maltempo di maggio. Questa situazione ha indotto le operaie a costruire celle reali con conseguenti sciamature segnalate fino a giugno inoltrato. Successivamente il raccolto non abbondante ma continuo, ha favorito un nuovo sviluppo degli alveari che hanno mantenuto una notevole presenza di covata anche in estate (6-7 telaini).
Dal punto di vista sanitario all’arrivo della primavera è coincisa la presenza di covata calcificata e, specialmente nel grossetano, un livello di infestazione di varroa sopra la media stagionale.

Estate

ape girasoleDopo un’eccezionale raccolto di sulla, l’inizio dell’estate è stato caratterizzato dal maltempo a cui è seguita un improvvisa ondata di caldo che a fine giugno ha in parte rovinato le fioriture di bassa collina di tiglio e rovo.
L’alternanza delle piogge di inizio estate con le ondate di caldo ha favorito la melata che si è sovrapposta al castagno, al tiglio e a molte fioriture estive. Anche quest’anno la presenza del Cinipide sembra essere la spiegazione più plausibile del deludente raccolto di castagno che ha visto produzioni discrete solo in alcune aree del Mugello. Queste zone hanno infatti beneficiato per prime dei lanci dell’antagonista al parassita; la lotta biologica sembra iniziare a dare i suoi frutti.
Come a primavera anche il mese di luglio è stato caratterizzato da un accavallamento di fioriture che ha favorito le famiglie per buona parte dell’estate. Colonie che avevano faticato ad inizio stagione (specie in maremma, senese e volterrano), hanno lavorato in modo eccellente su sulla, trifoglio, marruca, medica e girasole.
Le brevi e frequenti precipitazioni hanno consentito ottimi raccolti con medie vicine ai 40-50 kg ad alveare di miele monoflora o comunque millefiori chiari. Nelle zone centrali della regione ed in collina il raccolto è stato medio con poco monoflora (tiglio, rovo) ma con discrete produzioni di millefiori (trifogli, meliloto, rovo) purtroppo spesso macchiate da melata. Melata che le api hanno continuato a raccogliere in molte zone fino ad inizio agosto.
L’impressione generale, viziata dalle notizie di alcune regioni del sud, era di un livello di infestazione di varroa sopra la media stagionale. L’andamento tardivo delle fioriture ha tuttavia spinto gli apicoltori ad ingabbiare le regine e trattare in ritardo per favore l’importazione di nettare estivo.

Autunno – inizio inverno

pioggia ott 2013 03Il maltempo che ha colpito la Toscana nella seconda metà di ottobre ha causato danni anche agli apiari di alcuni nostri soci in allevamenti dell’Alta Val di Cecina e del senese.
Nonostante ciò le temperature medie giornaliere sono state miti e le api hanno potuto godere di una “seconda primavera” che ha permesso una buona attività di volo con raccolta di polline e nettare.
Chi ha messo i melari nel grossetano, pisano e aretino ha raccolto edera ogni due o tre giorni con produzioni complessive di circa 15 kg a famiglia.
Gli apicoltori che hanno messo le trappole per il polline, nonostante alcune giornate di maltempo, hanno raccolto buoni quantitativi di polline di edera.
Grazie alle abbondanti fioriture che hanno permesso una buona importazione di polline, le famiglie si sono adeguatamente sviluppate, preparandosi ad affrontare l’inverno con una buona quantità di scorte (anche se composte prevalentemente da edera).
Alla fioritura del corbezzolo sulla costa, nonostante le giornate miti con temperature superiori alle medie stagionali, non è corrisposto un flusso nettarifero tale da permettere la produzione e la raccolta di miele.
Il numero di famiglie pronte ad affrontare l’inverno è stato superiore all’anno passato e la loro consistenza media, essendo le api disposte su 7-8 telaini, soddisfacente.
I primi giorni di inverno, seppur caratterizzati da temperature sopra la media stagionale, sono bastati a bloccare la deposizione delle regine su gran parte della regione.
Verso fine ottobre le famiglie sono andate in blocco sopra gli 800 metri nel pistoiese mentre in alta collina e nell’Appennino sopra i 300 metri la covata era in regressione.
Sulla costa il blocco della covata è avvenuto a metà novembre e ancora più tardi (se avvenuto) in zone di macchia mediterranea con presenza di corbezzolo.

La caduta di varroa dopo i trattamenti con apibioxal gocciolato e sublimato è rimasta comunque bassa, ad eccezione di quella segnalata da alcuni apicoltori del grossetano e del valdarno fiorentino e aretino che hanno denunciato cadute di varroa sopra la media.

Conclusioni

Sebbene non si possa generalizzare, la sensazione della stagione apistica 2013 Toscana è di un’annata strettamente caratterizzata da un meteo che ci ha ormai abituato ad andamenti sempre più imprevedibili. Se il 2012 era stato l’anno della siccità, il 2013, al contrario, è stato l’anno delle precipitazioni alternate a temperature spesso sopra la media. Se a primavera le piogge hanno danneggiato le fioriture di acacia e favorito un miele primaverile particolarmente umido successivamente hanno allungato la stagione produttiva favorendo i monoflora estivi sulla costa e la melata in collina.
Anche il caldo ha determinato l’andamento stagionale: inizialmente ha accelerato le fioriture in primavera al punto che non sempre le api sono riuscite in tempo ad accrescersi per salire a melario, poi ha bruciato con pochi giorni di caldo torrido le fioriture estive di medio-bassa collina.
Il castagno anche quest’anno non raggiunge medie soddisfacenti e produzioni non sempre di qualità.
Essendo parzialmente mancati i due monoflora principali, acacia e castagno, non possiamo certo parlare di un’annata eccezionale tuttavia, l’estate produttiva ed un autunno mite, hanno permesso buone produzioni di miele ed api invernate in salute. Le famiglie, nonostante una difficile gestione a causa del prolungato periodo di sciamatura, non hanno manifestato severe infestazioni di varroa e tutto fa pensare ad una buona ripresa delle famiglie per la prossima primavera. Augurandoci che la stagione futura sia meglio della passata possiamo tranquillamente affermare che il 2013 è stata un’annata partita male ma finita meglio.

ape polline