gopr0263Il tempo non è stato clemente: temperature mediamente basse, vento e precipitazioni sparse non hanno confermato il buon raccolto di acacia dello scorso anno.
Al momento la media è sui 10 chili di acacia a famiglia ma in alta quota sopra i 700 metri (pistoiese e Lunigiana) la fioritura sta finendo ed è presto per fare previsioni; tuttavia difficilmente avremo rese in grado di alzare la media regionale.

Le temperature nettamente sopra la media di febbraio e marzo avevano favorito la fioritura dell’acacia sulla costa, in bassa collina e nelle zone limitrofe alle città (Firenze, Prato, Empoli); in queste zone, già a fine aprile, erano visibili i primi boccioli aperti.
Sfortunatamente il calo repentino delle temperature di fine aprile, unito a pioggia e vento, ha danneggiato le fioriture precoci ed il raccolto in bassa quota è stato minimo o del tutto assente. In collina tra i 200 e i 400 metri e nelle stazioni di bassa quota più fresche i fiori di acacia non erano ancora sbocciati e non sono stati particolarmente colpiti dall’ondata di maltempo. La successiva settimana senza precipitazioni, tra il 3 e il 10 maggio circa, seppur con temperature non favorevoli (minime di 6 gradi nel fiorentino), ha permesso il raccolto in media collina dove i fiori si stavano aprendo. Il Valdarno fiorentino e alcune aree del Chianti le zone che hanno più di altre giovato di questa situazione, con punte di raccolto comunque sottoi i due melari a famiglia.
Questa alternanza tra caldo, basse temperature e piogge relativamente leggere ha fatto si che la fioritura di acacia non fosse “esplosiva” ma prolungata nel tempo. Al contrario del 2015, dove il raccolto è stato in linea generale abbondante ma concentrato in pochi giorni, quest’anno le api hanno importato acacia in maniera meno intensa e discontinua, ma per un periodo più lungo. I melari sono stati quindi riempiti non interamente per poi però essere spesso svuotati in concomitanza di freddo e piogge. Per evitare che le api si rimangiassero il miele sul melario molti apicoltori sono stati costretti a smielare miele non opercolato spesso umido. Inoltre il potenziale nettarifero ridotto dei fiori di acacia ha favorito l’importazione di altro nettare macchiando di conseguenza il raccolto del monoflora.