rovoMeteo e fioriture
Assenza di pioggie fino a fine luglio, bassa umidità dell’aria e caldo intenso hanno caratterizzato i primi mesi estivi in tutta la Toscana.
Con queste premesse la produzione di nettare da parte delle piante è stata sensibilmente compromessa. Il miele di tiglio, raccolto in Toscana dalle alberature cittadine non ha prodotto a causa delle proibitive condizioni ambientali. Questa specie arborea, il cui habitat ideale in Toscana è sopra i 400 metri, ha avuto una fioritura molto breve e il poco nettare raccolto dalle api è stato mescolato a melata e ailanto. Le medie produttive si aggirano su 3-5kg

ad alveare ma come precisato si tratta per lo più di millefiori e non monoflora. Tra fine giugno e inizio luglio sono andate un po’ meglio le produzioni in collina dove il rovo e alcuni fiori di campo (trifogli e Vicia sativa in particolare) hanno dato agli apicoltori la possibilità di smielare mediamente 6-8kg nelle stazione più fresche meno esposte ai venti caldi. Nei coltivi di trifoglio ed erba medica nelle provincie di Pisa, Siena, Livorno e Grosseto, il caldo secco eccessivo non ha permesso buone importazioni.
Il castagno, nonostante l’ingente infestazione da cinipide a primavera, ha avuto una vistosa fioritura, ma sempre per le ragioni elencate in precedenza non ha reso quanto sperato.
Restiamo comunque su medie quasi in linea con gli ultimi anni: 15-20kg in Lunigiana e nell’alto appennino, 7-8kg alle quote più basse dell’appennino e peggio nel Casentino. La produzione di polline di castagno per famiglia è praticamente dimezzata rispetto allo scorso anno e molti apicoltori hanno preferito non istallare le trappole per la raccolta del polline.
Al momento non è si prodotta melata e il girasole è attualmente in fioritura (in ritardo rispetto agli ultimi anni) ma non pare vi sia importazione.
Nel complesso la situazione in Toscana ricalca il triste scenario di quest’anno con produzione rasenti lo zero. Potete consultare le stime produttive emerse al convegno Aapi di Modena cliccando qui.

Situazione delle famiglie
Molti apicoltori, data ormai la stagione per finita, stanno già cominciando a sgabbiare le regine e trattare con apibioxal in assenza di covata. Le temperature elevate hanno scoraggiato parte degli apicoltori ad impiegare prodotti a base di formico ma non mancano aziende che hanno scelto di trattare nelle poche giornate più fresche di fine luglio o hanno usato evaporatori idonei per alte temperature.
Lo stato di salute delle famiglie è molto eterogeneo e ciò è dovuto principalmente a disponibilità di nettare intermittenti e sciamature tardive con conseguenti famiglie non numerose. La varroa resta ovviamente uno dei problemi principali in questo periodo ma rischia di essere sottovalutata a causa delle numerose avversità che si sono verificate nel corso della stagione. A tal proposito ricordiamo che può essere molto rischioso posticipare i trattamenti per sperare di raccogliere ancora miele, la crescita della varroa in questi periodi è esponenziale e non intervenire per tempo significa non avere colonie in forze per affrontare l’inverno.
Oltre alla varroa, il susseguirsi di periodi di stress ha favorito malattie della covata che rischiano di aggravare un quadro già compromesso.
Ci sono aziende che non hanno mai praticamente spesso di nutrire e anche adesso molti apicoltori stanno alimentando le api per arrivare all’autunno con famiglie forti in grado di poter approfittare degli ultimi mieli dell’anno (melata tardiva, inula ed edera).