ape4Meteo
Il meteo di novembre e dicembre 2019 è stato caratterizzato da precipitazioni abbondanti su tutta la regione e temperature sopra media. A Firenze i mm di pioggia sono stati superiori del 36% rispetto agli ultimi 15 anni e sebbene fossero tutti necessari per il ripristino delle falde acquifere, hanno recato danni in più di una provincia.
I disagi non sono mancati neanche agli apicoltori:

smottamenti e allagamenti hanno reso difficoltoso il raggiungimento delle postazioni mentre alcune aziende più sfortunate hanno perso alcune colonie a causa di ribaltamenti o ondate di piena. Purtroppo è sempre più difficile prevedere i frequenti fenomeni meteorologici di grande intensità. Per ridurre il rischio di danni da precipitazioni imprevedibili si consiglia di tenere le colonie sopraelevate su supporti stabili (meglio se non ospitano file troppo lunghe), evitare crinali, depressioni o postazioni troppo a ridosso di sponde dei fiumi.

Non mancano le fioriture del periodo, rosmarino, mandorlo, corbezzolo e qualche fiore di campo favorito dall’alternanza pioggia-temperature miti. Nei pochi giorni di beltempo non è insolito vedere le api tornare in apiario con il polline. Il caldo di fine dicembre ha favorito la formazione anticipata di germogli in molte piante, e in città la mimona fiorirà a breve, ciò desta molte preoccupazione poiché se le temperature dovessero scendere (fatto probabile dato che siamo in pieno inverno) la ripresa vegetativa verrebbe sensibilmente compromessa.

Situazione delle famiglie
Nel complesso le famiglie hanno giovato delle alte temperature e del bel tempo di ottobre allevando api svernanti e incamerando nettari autunnali. Questa “seconda primavera” ha favorito l’incremento numerico delle famiglie nutrite o con scorte già nel corso del periodo estivo. Al contrario le famiglie deboli post trattamento e gran parte degli sciami formati in estate con regine dell’anno (spesso non performanti), stanno passando l’inverno con difficoltà.
Nonostante le temperature miti ci arrivano segnalazioni di api in blocco di covata dalla Maremma all’Appennino. Ciò può apparire insolito data l’assenza di cali termici considerevoli ma la diminuzione del fotoperiodo, unita ai nidi spesso intasati da edera e inula, potrebbe aver agevolato i blocchi. Ciò ha favorito alcuni apicoltori che nelle poche giornate di sole hanno approfittato per utilizzare apibioxal gocciolato sulle colonie. Per le aziende che non intendono impiegare prodotti di sintesi (per scelta personale o per disciplinare bio) l’impiego dell’acido ossalico risulta spesso l’unica via percorribile in inverno. Ricordiamo che l’impiego di apibioxal per gocciolamento in inverno reca disturbo alle api, e per questa ragione il suo impiego in questo periodo non deve mai essere ripetuto. Inoltre le sua efficacia è direttamente correlata all’assenza di covata e sebbene le colonie siano in blocco non mancano le eccezioni: le regine in famiglie deboli, nei portasciami in polistirolo o con alti livelli di infestazione, difficilmente avranno smesso di deporre. Trascurare questi fattori e limitarsi al solo gocciolato, potrebbe facilmente comprometterne la sopravvivenza a primavera. La somministrazione del trattamento per sublimazione, sebbene obblighi l’operatore a munirsi di tuta usa e getta e maschera antigas con filtri A2P3, è sicuramente una scelta meno invasiva per le api e ripetibile ad intervalli di una settimana.

Dalle comunicazioni che ci arrivano dalle aziende che stanno effettuando i trattamenti osserviamo una caduta di varroa nei fondi nettamente superiore alla media. Questa elevata presenza dell’acaro può dipendere da più fattori, sicuramente le colonie che ad ottobre hanno allevato molta covata e ad oggi appaiono molto numerose e prevalentemente in blocco hanno una maggiore presenza di varroa foretica (sulle api adulte). Ciò, unito ai moltissimi sciami selvatici formati a maggio-giugno può aver incrementato la presenza di varroa nell’ambiente.

Dopo una pessima stagione le colonie sono nel complesso belle, numerose e con un buon livello di scorte, la varroa desta ovviamente più di una preoccupazione ma con una corretta gestione e con una primavera senza eccessivi ritorni di freddo ci sono tutti i buoni propositi per iniziare il 2020 con i migliori auspici.