apiariouGennaio 2021 è proseguito dal punto di vista meteorologico con condizioni analoghe a quanto osservato a dicembre: temperature e precipitazioni sopra la media.

Se la colonnina di mercurio misura circa un grado in più rispetto alla media dell’ultimo trentennio (il 14° dicembre più caldo dal 1955 secondo Lamma), lo stesso non si può dire per le piogge che hanno toccato valori record ben 4 volte superiori alla media, soprattutto nel nord, nord-ovest della Toscana.

Anche la neve sugli alti rilievi non è mancata e anzi, contando solo i primi 15 giorni del mese gennaio 2021, siamo nel 6° gennaio più nevoso degli ultimi 50 anni.

Le precipitazioni invernali, con pioggia e neve, sono una provvidenziale boccata di ossigeno per la siccità che ha caratterizzato le ultime stagioni e sono fondamentali per ricreare le riserve idriche superficiali e sotterranee in deficit idrico.

Fioriture
E’ presto per parlare di fioriture primaverili ma senza dubbio non avremo il problema della siccità come negli scorsi anni per i mancati raccolti di miele di erica, sulla e millefiori primaverile.
Al momento nelle giornate di sole possiamo osservare le api sul rosmarino mentre è partita la mimosa in città, fenomeno questo che si ripete ormai in questi ultimi anni anche il nocciolo in bassa collina pare in anticipo.

Situazione delle famiglie
Nei pochi giorni di beltempo gli apicoltori hanno riniziato le visite (limitando ovviamente l’apertura delle arnie), allo scopo di saggiare il consumo di scorte avvenuto nel corso dell’inverno. Nel complesso le famiglie ben invernate con le sponde colme di miele hanno ancora un discreto quantitativo di nutrimento sintomo di un consumo non eccessivo. Il consumo non eccessivo di miele è probabilmente da ricondursi ad una limitata deposizione da parte delle regine fenomeno questo che determina un incremento dei consumi.
Non mancano le colonie con un numero di scorte tali da aver bisogno di nutrizione surrogata sotto forma di candito, o famiglie scese di numero al punto di sopravvivere con difficoltà alla ripresa vegetativa nel caso in cui i mesi di febbraio e marzo registrino temperature sotto media.