La fioritura di acacia è ormai conclusa e al momento le aziende apistiche stanno effettuando la smielatura di questo importante monoflora.
L’importazione di nettare di robinia è stata nel complesso buona ma molto eterogenea, con minime nelle zone vocate di un melario per arnia e punte superiori ai 30kg. Per tali ragioni è difficile avere delle chiare rese produttive anche se pare che gran parte delle aziende intervistate abbiamo avuto rese di circa 20kg ad alveare, valore che tende ad essere inferiore in medio bassa collina.

Sebbene siamo comunque lontani dalle produzioni riscontrate nel 2011 e nelle annate precedenti possiamo senza dubbio constatare, considerando gli ultimi 10 anni, di essere di fronte ad una buona stagione produttiva che non si vedeva dal 2018. 

Il fattore determinante per il raccolto di acacia 2022 è stato il clima che su gran parte della regione ha mantenuto una temperatura calda (anche nelle ore notturne) senza ritorni di freddo in concomitanza della germinazione delle piante. Inoltre la prolungata assenza di precipitazioni andrà sì a compromettere il prosieguo della stagione e la fioritura di piante nettarifere, ma al contempo ha permesso alle api di bottinare la robinia per tutto il periodo di fioritura.

 

Le rese dichiarate sarebbero state ancor più superiori se le precipitazioni fossero state più corpose nel periodo di pre fioritura della robinia e se la febbre sciamatoria fosse stata più contenuta. 

Il fenomeno della sciamatura si è infatti protratto fino a metà del mese di maggio e nuove segnalazioni di sciami continuano ad arrivare al numero Arpat anche in questi giorni.

A fine produzione la sulla che ha dato rese altalenanti, discrete nel livornese e nel senese peggio nel volterrano.

In seguito alla fioritura dell’acacia è proseguita l’importazione di nettare di fioriture spontanee (trifogli, meliloto, veccia), ailanto e soprattutto melata, quest’ultima favorita dalle temperature sopra media. Questo nuovo flusso di nettare, che si è susseguito subito dopo alla fioritura di robinia, ha messo in difficoltà le aziende che non avevano ancora rimosso i melari di acacia e si sono ritrovate con diverse essenze nettarifere mescolate nei telai.

Partito anche il tiglio che pare non si sia eccessivamente danneggiato da questi ultimi picchi di calore ma che tuttavia è stato macchiando con l’ailanto, fiorito poco prima, e dalla melata che anche in ambiente urbano è stata favorita dalle attuali temperature estive.
Iniziata anche l’importazione di polline di castagno in bassa quota che precede il flusso nettarifero di alcuni giorni.

Considerazioni
E’ stato il mese di maggio più caldo di cui si ha memoria, superiore alle 2 annate torride del 2003 e del 2009 e con tali risultati è purtroppo auspicabile che anche giugno possa seguire la stessa tendenza.

Dopo una falsa partenza dovuta ad una primavera ventosa e siccitosa la stagione si è ripresa con la prolungata fioritura di robinia. In attesa della pioggia, che difficilmente colmerà l’enorme deficit idrico accumulato, prosegue l’importazione di nettare e melata in collina mentre la toscana meridionale, la costa e le isole stentano.

Anche la fioritura del castagno pare sia alle porte mentre per la melata di abete in montagna vige un cauto ottimismo.

Pare quindi che la stagione possa offrire ancora qualcosa ma se le condizioni meteo rimarranno tali andremo incontro ad un periodo molto lungo in cui mancheranno le fioriture per le nostre api in concomitanza con i trattamenti sanitari.