L’inizio di maggio si è aperto con precipitazioni di carattere sparso sulla Toscana, essenziali almeno nel breve termine ma non sufficienti per colmare il deficit idrico del 50% accumulato negli ultimi 5 mesi. 

La pioggia, accompagnata da cali termici e vento di grecale, ha sorpreso i fiori in gran parte aperti di robinia in bassa quota che ne hanno in parte risentito.
In seguito al maltempo stiamo assistendo ancora oggi ad una fase stabile e prolungata caratterizzata da sole e temperature in netto aumento con le prime punte intorno ai 27-28 gradi sulle zone interne, inoltre i venti di grecale e dai quadranti nord, che avevano caratterizzato la prima parte di stagione, hanno finalmente concesso una tregua ad api e apicoltori.

Entrando nella seconda decade del mese si sono quindi verificate condizioni favorevoli alla produzione di miele di acacia che raramente si erano viste negli ultimi anni:

  • temperature miti anche notturne,
  • assenza di precipitazioni,
  • umidità atmosferica non azzerata da fenomeni ventosi e temperature non eccessive.

 

Le piante di robinia nelle zone vocate e con boccioli in apertura in concomitanza di questo periodo hanno potuto fornire nettare alle colonie di api e il raccolto in media – alta collina è attualmente in corso ed è quindi ancora presto per stimare le rese che tuttavia sembrano buone.

Discorso diverso per le zone costiere e di pianura dove le poche precipitazioni hanno colpito i fiori già aperti che già avevano subito la siccità e venti costanti. In queste zone ormai la fioritura è conclusa e gli apicoltori si stanno organizzando per la rimozione dei melari in vista, si spera, delle successive fioriture.

È invece piovuto troppo poco negli areali vocati a sulla dove sta entrando un po’ di nettare misto con rese al momento non soddisfacenti per questo tipo di nettare un tempo molto produttivo.

Situazione delle colonie
Lo scenario produttivo, seppur non in tutte le aree, sembra favorevole ma le problematiche sulle colonie non sempre hanno permesso alle aziende di ottimizzare la produzione.

La criticità maggiore è stata rilevata nella sciamatura che dalla seconda settimana di aprile ha costretto le aziende a costanti interventi non sempre risolutivi e che, ancora oggi, continua a complicare il lavoro degli apicoltori anche a fioritura di acacia in corso.

Sono numerose le segnalazioni di sciami in giardini e abitazioni che ci vengono recapitate in associazione e a tal proposito facciamo presente dell’esistenza di una lista di apicoltori volontari che si impegna nelle operazioni di recupero. Qualora intendiate proporvi per il recupero sciami potete iscrivervi seguendo le istruzioni in questo link.

Purtroppo anche in questo mese non mancano furti di alveari, l’ultimo in località Loro Ciuffenna (AR) e possibili avvelenamenti dovuti forse a un impiego di pesticidi su suolo agricolo non in linea con le attuali normative.

Considerazioni finali
Rispetto allo scorso anno, dove molte aziende sono state costrette a nutrire gli alveari fino al mese di giugno a causa delle gelate tardive, lo scenario è ben diverso con areali dove le produzioni in corso sembrano portare a buone rese.

Le previsioni meteo tuttavia non sembrano troppo incoraggianti con valori termici, specie quelli diurni, che si porteranno su valori quasi estivi.

Per la terza settimana del mese è previsto un incremento delle temperature massime nelle zone interne della nostra regione (meno nelle zone costiere grazie ai mari ancora freddi) che supereranno i 30 gradi. Ciò, unito al perdurare della siccità, desta molte preoccupazioni soprattutto per le imminenti fioriture di acacia nei posti più esposti ai venti e caldi, oltre a sulla, tiglio e del millefiori che risentono sensibilmente di alte temperature e siccità.