Ci stiamo avvicinando al cambio di stagione e, finalmente, sono ricomparse le piogge.

Le precipitazioni sono state diffuse e abbondanti ma concentrate in finestre temporali ridotte, spesso accompagnate da grandine e ancora insufficienti per colmare il gap idrico accumulato ormai da molti mesi.

La vegetazione, altamente compromessa dall’aridità e dalle temperature sopra media, ha comunque tratto beneficio delle piogge e, qualora il tempo peggiorasse nuovamente, potremo avere delle fioriture autunnali importanti per accumulare scorte invernali.

Edera ed inula, piante che forniscono un cospicuo volume di nettare autunnale, si stanno sviluppando con i primi boccioli anche se, come era prevedibile, la loro presenza sul territorio è più limitata rispetto agli scorsi anni.

Al momento la maggior preoccupazione per le aziende è rappresentata dalla grandezza delle colonie. Molti alveari sono infatti esigui con un numero di api insufficiente a coprire una buona superficie di covata e ancor più inadeguato per una corretta bottinatura. Non sono mancate regine che hanno totalmente arrestato la deposizione di uova e colonie alla fame senza scorte.

Inoltre il clima torrido non ha permesso alle piante di fornire nettare e polline e ciò ha ridotto le scorte di miele e inibito la deposizione delle regine. Il risultato è che molte colonie debilitate dal picco di infestazione di varroa e dai trattamenti sanitari che prevedono un ridimensionamento della covata (ingabbio, spacchi, formico), non hanno potuto riaccrescersi in vista delle imminenti fioriture autunnali. 

Ciò rappresenta un problema da non sottovalutare in quanto molte delle api che nasceranno in questi giorni saranno destinate ad allevare le operaie svernanti e a bottinare il nettare necessario per l’inverno.

La presenza di calabroni, anticipata rispetto agli scorsi anni, può rappresentare un problema per le colonie più piccole e per gli alveari che, soggetti a intensa predazione, hanno ridotto i voli di bottinatura a discapito di un accumulo di nettare.

Le operazioni principali in apiario da compiere per far fronte a tali criticità, consistono nel nutrire con sciroppi e alimentazione proteica, stando molto attenti a non provocare saccheggi o in alternativa riunire le colonie orfane o troppo piccole per svilupparsi nel breve periodo. 

Si registrano anche orfanità sopra la media con alte difficoltà per la fecondazione di nuove regine a causa della presenza diffusa di calabroni in predazione di fronte agli apiari e la quasi totale assenza di fuchi.

È possibile che una nuova deposizione di fuchi possa ripartire di fronte a autunni miti con presenza di nettare, tuttavia la qualità delle regine fecondate in tale periodo non sempre risulta accettabile.