Finita la produzione del poco miele si pensa all’inverno che verrà (?)

Il mese di ottobre appena concluso ha avuto inizialmente una prevalenza di tempo stabile e soleggiato e successivamente abbiamo assistito all’ingresso di correnti atlantiche che hanno favorito l’arrivo di diversi sistemi perturbati.
Se da un lato abbiamo avuto un netto cambio di scenario lo stesso non possiamo affermare in termini di temperatura che ha continuato a registrare valori ben al di sopra delle medie del periodo.
Ottobre 2023 è stato infatti per l’Italia il più caldo dal 1800, la temperatura media che abbiamo registrato nel corso dei trentuno giorni è stata di 3.15 °C più elevata rispetto alla climatologia del periodo (Centro meteo toscano), calcolata sul trentennio 1991-2020.

Con il maltempo della seconda parte di ottobre si è chiusa ufficialmente la stagione produttiva. Se da un lato l’arrivo delle precipitazioni era di gran lunga atteso per interrompere il periodo siccitoso, dall’altro la loro intensità a inizio novembre ha messo in ginocchio parte della regione.
In poco più di 4 ore abbiamo avuto zone in cui sono piovuti 150/200 mm di pioggia, inevitabili con tali intensità gli allagamenti che hanno colpito la provincia di Prato, Pisa e Firenze. Tra i danni ingenti non mancano apiari colpiti dalla furia del maltempo.
Sebbene al momento non vi siano allerte tale scenario non sembra tuttavia modificarsi e, sebbene l’attuale situazione preveda maltempo e temperature in calo, l’inverno per quello che appare dagli ultimi aggiornamenti stagionali sembra orientarsi per temperature sopra la media e viste le temperature elevate dei mari, si prevedono ancora eventi precipitativi più intensi del normale.

Sicuramente le api hanno avuto giornate soleggiate per bottinare in buona parte dell’autunno e le scorte accumulate sono in genere discrete per affrontare l’inverno che, lo ribadiamo, non sarà poi così lungo e rigido. La produzione dei mieli autunnali, in particolare inula e edera, sempre a causa della siccità, è stata costante per buona parte di ottobre ma non è stata esplosiva; oltre ad alveari ben imballati di miele infatti non mancano apiari nelle zone più colpite dalla siccità dove sarebbe o è stato necessario intervenire con una nutrizione di supporto per integrare le scorte invernali. In condizioni di famiglie con scarse scorte e clima autunno invernale mite aumentano i rischi che i consumi crescano anticipatamente e rendano necessario intervenire con nutrizioni molto precoci.
Il corbezzolo, miele di non facile realizzazione in Toscana ma che in alcuni areali con autunni miti può dare delle soddisfazioni, non è stato prodotto.

Al momento l’accorciamento delle ore di luce e il calo di temperature, seppur modesto, ha favorito il rallentamento della deposizione delle regine su gran parte delle colonie ma è difficile avere situazioni di blocco prolungato in medio – bassa collina alla luce del mancato arrivo del “vero” freddo.

I lavori da svolgere in apiario al momento consistono in primo luogo nel verificare lo stato delle colonie stando molto attenti che le famiglie abbiano un numero adeguato di api e scorte per passare l’inverno. Qualora si reputasse una colonia numericamente troppo esigua, sarà premura dell’apicoltore riunirla ad un’altra colonia a patto che non vi siano pericoli di trasmettere patologie. Se invece vi è una carenza in termini di scorte si dovrà ricorrere alla nutrizione solida (facendo attenzione che non sia troppo dura) posizionandola in modo da renderla facilmente accessibile alle api, anche in condizioni di glomere.

Nel concreto si consiglia:
• Verificare la presenza e lo stato di salute delle regine, in caso di esito negativo riunire la colonia
• Verificare la grandezza della colonia, colonie ad oggi su 2-3 telaini di api non completamente presidiati passeranno l’inverno con difficoltà
• Valutare il trasferimento di colonie con dimensioni ridotte dalle arnie ai portasciami.
• Affettarsi a spostare le colonie prima che siano in glomere
• Ridurre l’ingresso di correnti d’aria posizionando fondi, porticine e disco sul coprifavo stando bene attenti che non vi siano situazioni di ristagno di umidità

Data l’evidente difficoltà delle api ad andare in blocco molte aziende hanno iniziato ad ingabbiare le regine effettuando un blocco di covata autunno-invernale per poi effettuare i trattamenti con apibioxal.

L’ingabbio nei mesi più freddi deve essere effettuato con molte accortezze:
• non sempre vi sono condizioni meteo idonee
• è necessario stringere molto la colonia per non rischiare che la regina venga abbandonata dal glomere per la ricerca di telaini con scorte
• sconsigliato in colonie particolarmente esigue di numero
• posizionare la gabbietta in posizione centrale a ridosso delle scorte
• fare attenzione che la regina ingabbiata non venga a contatto diretto con il getto del sublimatore
• stare attenti a possibili situazioni di saccheggio nelle giornate autunnali miti

Report inizio maggio 2014

ape papaveroSituazione fioriture

L’acacia ha sofferto il periodo prolungato di maltempo tuttavia sopra i 250 metri sul livello del mare ha danneggiato solo una parte delle fioriture. Nonostante ciò le importazioni, in questi giorni di bel tempo, sono tutt’altro che abbondanti.