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Al via il Monitoraggio della Velutina
Partito il progetto triennale regionale di monitoraggio della Vespa velutina che vede coinvolta una rete di circa 100 postazioni di osservazione gestite dai soci dell’Arpat.
In ogni postazione è stata installata almeno una trappola attrattiva con birra utile a verificare la presenza del calabrone dalle zampe gialle.
E’ di poche settimane fa il ritrovamento di operaie di Vespa velutina in caccia nella zona di Bargino (San Casciano Val di Pesa) che grazie alla rete di monitoraggio è stato prontamente segnalato.
Grazie all’impegno dei soci che hanno dato disponibilità a partecipare, la rete intende quindi garantire un monitoraggio efficace e capillare, per riscontrare eventuali focolai lontano dal fronte d’invasione e la dinamica di popolazione della Vespa nelle aree già invase.
Per la gestione operativa della rete sono stati creati due gruppi Whatsapp (riservati rispettivamente ai soci che gestiscono postazioni nella provincia di Firenze e Prato e ai soci che gestiscono postazioni nelle restanti province).
I gruppi hanno lo scopo di gestire efficacemente la rete, di ricordare ai partecipanti il controllo e lo svuotamento periodico delle trappole, e di condividere i moduli Google tramite i quali segnalare ad Arpat i risultati, nelle finestre stabilite dal progetto (presenza/assenza di calabroni, numero di individui catturati, altre informazioni utili).
I risultati del monitoraggio vengono poi condivisi da Arpat con i partner scientifici del progetto (Università di Firenze, Università di Pisa) che sono incaricati della verifica e dell’elaborazione dei dati.
Per qualsiasi informazione pratica sull’attività di monitoraggio si prega di fare riferimento al Responsabile di progetto, Giovanni Cecchi, e ai tecnici coordinatori di zona, Luca Baldini (Firenze e Prato), Alessandro Lascar (altre province).
Un sentito ringraziamento a tutti i soci che collaborano al monitoraggio che ci consente di tenere sotto controllo la diffusione di Vespa velutina e di intervenire con opportune strategie di contrasto.
Simona Pappalardo
Confermato ritrovamento di Vespa orientalis in Toscana, destinata a restare? Una minaccia per l’apicoltura? … cerchiamo di rispondere ad alcune domande
Il ritrovamento
Giovedì 27 agosto Giacomo Capitani ha catturato nel centro di Grosseto un esemplare di calabrone che sembrava essere Vespa orientalis. La foto del calabrone è stata postata sul gruppo Facebook “insetti e altri artropodi” e da li la notizia è giunta anche ai soci Arpat e alle università. Per avere un ulteriore conferma il 04/09/20 Il dottor Federico Cappa dell’Università di Firenze e il tecnico Arpat Michele Valleri si sono recati sul posto per rinvenire ulteriori esemplari.
Non è stato difficile confermare la presenza della Vaspa orientalis dove era stata individuata:
Vespa velutina – pubblicata l’informativa della Regione Toscana
La Vespa velutina continua a flagellare gli apiari liguri e piemontesi. Per fermare la diffusione del calabrone è necessario identificare al più presto gli individui e distruggere i nidi. Per far ciò è di fondamentale importanza che tutta la comunità e non solo gli apicoltori, imparino a riconoscere la Vespa velutina segnalando tempestivamente gli eventuali avvistamenti.
La Vespa velutina si avvicina alla Toscana
Il DISAFA dell’Università di Torino ha comunicato il ritrovamento di un esemplare di Vespa velutina nel Comune di Gavazzana, nella parte sud della provincia di Alessandria.
Il calabrone è stato rinvenuto in una apposita trappola per calabroni (la classica bottiglia contenete birra chiara) e consegnato il 30 settembre all’Università da parte di un rilevatore aderente ad Aspromiele.
L’Arpat, insieme alle altre associazioni apistiche toscane, al Cra-api, al Disafa e all’università di Firenze sta organizzando un monitoraggio sul territorio per intervenire qualora il calabrone arrivasse nella nostra regione.