2 report maggioIl meteo continua ad essere instabile, fresco e soprattutto ventoso: è atteso un nuovo fronte freddo da domani e probabili piogge nel weekend.
Ciò non fa che aggravare una situazione già da tempo ampiamente difficoltosa per l’apicoltura toscana.

L’acacia è ormai totalmente sfiorita in pianura e in bassa collina dove abbiamo assistito ad una fioritura vistosa e lunga nonostante pioggia, vento e in più di un caso grandine. Purtroppo sono stati pochi i giorni in cui le api hanno avuto un’intera giornata per bottinare e spesso le notti fresche non hanno aiutato la conservazione del miele.

Le temperature sopra media e il successivo calo termico di maggio hanno reso la fioritura dell’acacia molto lunga e scalare ma non certo appetita dalle api a causa dei soliti problemi di meteo avverso che ne hanno per gran parte compromesso la resa nettarifera.

In quota sopra i 500 metri l’acacia deve ancora in gran parte fiorire ma è difficile ritenere che possa dare rese importanti dopo aver subito violenti cali termici e perfino la neve che ha colpito la Toscana sopra i 700 metri nel corso della prima decade di maggio.

Non sono mancate le temperature vicino o poco sotto lo zero su qualche vallata più interna dell’aretino e del senese.

E’ ancora presto per parlare di rese produttive ma ci comunicano che è stato prodotto del miele a prevalenza di erica in alcune zone vocate del livornese, grossetano, senese e Chianti fiorentino. Le medie sono sotto il mezzo melario con valori poco superiori nel grossetano.

Ancora non si è iniziato a smielare l’acacia ma è facile prevedere che le rese al momento siano vicine allo zero, con poche eccezioni nelle zone protette da tramontana e grecale dove le api hanno potuto raccogliere un pò di scorte primaverili.

Stato delle famiglie
Non ci sono vie di mezzo: o si nutre o si sale sugli alberi per recuperare gli sciami.
In tutta la Toscana settentrionale molto soggetta a precipitazioni e in tutto l’appennino le api sono alla fame. Le aziende sono costrette a nutrire e non mancano morie per mancanza di scorte. Anche in presenza di imminente fioritura di acacia e un meteo meno rigido appare assai difficile pronosticare un buon raccolto con famiglie in tali condizioni. Le regioni di questo drammatico scenario sono da ricondursi principalmente alla attuale situazione meteorologica. Alla ripresa vegetativa le api apparivano numerose e, grazie al clima mite di inizio stagione si sono potute accrescere. La disponibilità di polline è sempre stata alta mentre il nettare, a causa del numero di individui per colonia e del freddo notturno, veniva importato e puntualmente mangiato nella notte.
Col peggioramento climatico del mese di maggio anche il poco nettare reperibile è venuto meno è ciò ha reso indispensabile una nutrizione di supporto. Appare difficile quantificare anche quanto questi scarsi raccolti abbiano ridotto il ciclo di deposizione che comporterà una riduzione demografica delle famiglie nel prossimo futuro riducendo le potenzialità produttive delle famiglie nel corso dei prossimi flussi nettariferi.

Sulla costa e nelle zone di pianura dove è entrato un pò di nettare le api sono andate in febbre sciamatoria. Erano anni che non si vedeva una così alta propensione alla sciamatura e ciò ha spesso compromesso il poco raccolto disponibile. La presenza di famiglie molto grosse e un flusso di nettare intermittente e mai abbondante ha favorito il fenomeno della sciamatura anche con regine vergini.
Ad aggravare il quadro stagionale segnaliamo, possibili avvelenamenti di alveari e l’arrivo dei gruccioni nel Mugello e Valdarno.

Conclusioni
C’è poco e niente da salvare in questo inizio di stagione: avere famiglie che muoiono di fame nel periodo dell’anno in cui dovrebbero avere il picco di importazione fa capire quanto sia grave l’attuale scenario. Si può ipotizzare in un’inizio estate positivo grazie al perseverare del maltempo a maggio ma in realtà è piovuto molto esclusivamente sull’alta Toscana e su alcune zone delle colline metallifere. Nelle altre zone è piovuto nella media e addirittura sotto media su buona parte della Toscana centro meridionale. Se le temperature dovessero avere un incremento improvviso e se le precipitazioni non proseguiranno anche le produzioni successive sarebbero sensibilmente compromesse. Al contrario se le temperature si alzeranno restando in media e le precipitazioni, come da previsione, continueranno a cadere , sarà probabile produrre buone rese di millefiori.