Meteo

Nel report di febbraio aspettavamo la pioggia sperando che la primavera non arrivasse in anticipo. Passato il 21 marzo possiamo affermare che la nuova stagione, almeno sul calendario, è arrivata ma senza portare precipitazioni.
Siamo infatti costretti ad assistere ad una stabilità termica che sta caratterizzando i mesi di febbraio e marzo segnata da tempo asciutto e grecale che continueranno a imperversare anche nei prossimi giorni.

Tale fase siccitosa sta coinvolgendo gran parte della penisola concentrandosi sul N/E italiano, sulla Liguria e sul centro/nord italiano. In Toscana si osserva un calo fino al 70% fra la zona grossetana meridionale, la provincia di Livorno e il volterrano (Lamma) e non va meglio nelle altre aree della regione.
Una situazione molto preoccupante che difficilmente potrà più essere recuperata in vista dell’estate aggravata inoltre dalla totale assenza di neve in quota.
Le previsioni meteo non indicano variazioni con bel tempo per tutto il proseguo della settimana e vento da N/E.
Sempre presenti le temperature fredde al mattino con possibili gelate nelle zone più riparare dal vento, mentre sulla costa i venti di scirocco mitigheranno le temperature.
Non ci resta che sperar che il mese di aprile comporti l’arrivo delle piogge e un innalzamento termico nelle ore notturne.
Situazione dunque ribaltata rispetto allo scorso anno dove abbiamo avuto un gennaio con precipitazioni sopra media e un febbraio – marzo (nella prima decade) molto caldi. Una partenza quindi peggiore rispetto al 2021 che però in aprile ha esposto le piante, fiorite precocemente, a violenti ritorni di gelo.
Dal punto di vista climatico la stagione è partita non nel migliore dei modi e l’assenza di acqua risulta la criticità più rilevante, tuttavia, se il clima porterà piogge senza gelate avremo possibilità nel produrre miele primaverile.

Fioriture

Sono attualmente in fiore le specie appartenenti al genere prunus, il prugnolo, il salice e alcune fioriture di campo (senape selvatica, borragine) ma molte, in particolare erica, ciliegio e colza, sono indietro rispetto agli scorsi anni e in stress data l’assenza di precipitazioni.
L’intensa fase siccitosa pare infatti aver danneggiato la macchia mediterranea su gran parte della regione; le importazioni al momento in queste zone sono ridotte e non pare che l’erica possa fornire risorse nettarifere. Il vento non aiuta la raccolta e anche le importazioni di polline sono molto limitate specie nelle zone del senese e grossetano.

Stato delle colonie

L’inverno ha fatto registrare perdite sopra la media riconducibili spesso a fenomeni di orfanità.
Le colonie negli areali più aridi e esposti al vento hanno al momento poche scorte e sono numericamente molto esigue. Va meglio nelle zone umide e protette dai venti dei quadranti nord, ma il freddo notturno, che si protrae nelle prime ore del mattino, limita le ore di volo. Le famiglie appaiono quindi molto disomogenee da zona a zona ma anche negli areali migliori abbiamo colonie piccole per il periodo. Tuttavia le ultime giornate miti stanno favorendo un graduale accrescimento del nido e finalmente si iniziano a vedere in pianura e bassa collina incrementi di peso riconducibili ad importazione di nettare.

Lavori del mese

Le temperature ancora non permettono di far tirare la cera alle api e pertanto non è ancora opportuno allargare il nido con fogli cerei. Anche la produzione di regine al momento è ancora ferma con difficoltà nel reperire fuchi che su gran parte dell’areale devono nascere.

Falsa partenza che ci vede ancora in fase di uscita dall’inverno. Non bisogna avere fretta: valutiamo i consumi di scorte, riuniamo le colonie orfane e non acceleriamo le operazioni di allargamento del nido e pareggiamento. Purtroppo siccità e freddo notturno non permettono api esplosive che potranno approfittare delle prime fioriture per andare a melario ma in ogni caso con l’attuale siccità non abbiamo comunque grande disponibilità di nettare.