Calistrip® Biox si aggiunge ai farmaci veterinari registrati utilizzabili in Italia per la lotta alla varroa dalla primavera 2025.

Il prodotto è venduto in buste da 10 strisce di acido ossalico che agiscono per contatto diretto, garantendo un effetto prolungato.

Il dosaggio prevede il posizionamento di due strisce per alveare per una durata di 6 settimane. La casa produttrice comunica che l’efficacia è paragonabile a un trattamento di sintesi chimica quando effettuato in assenza di covata.

Si tratta del primo e unico farmaco veterinario a lunga cessione a base di acido ossalico disponibile per l’Italia, questo fatto è particolarmente importante perché permette agli apicoltori biologici di avere, per la prima volta, un trattamento a lunga durata.

Vista la novità e l’interesse potenziale, si è provveduto subito a impiegarlo per valutarne le prestazioni durante l’impiego, così da poterne dare riscontro ai soci.

Si è dunque sottoposto a trattamento l’apiario didattcio di S. Caterina, durante il periodo dei trattamenti estivi. Le caratteristiche climatiche della zona sono contraddistinte da una stagione estiva estremamente povera di raccolti, che porta le colonie a ridurre fortemente la covata fin quasi al blocco. La condizione di blocco o di forte riduzione di covata risultava quella da ricercare per poter effettuare il trattamento nelle condizioni ideali.

Infatti, in generale, per tutti i trattamenti di lunga durata, quanto più covata è presente tanto più l’efficacia può risultarne ridotta.

Il trattamento è iniziato alla fine del raccolto del tiglio, ultimo raccolto della zona.

Le 10 famiglie avevano storie diverse: questo avrebbe aiutato a capire se condizioni non omogenee di partenza incidessero sul risultato finale.

In precedenza le famiglie sono state valutate dal punto di vista delle scorte, della covata e della quantità di api, oltre a effettuare preventivamente una valutazione dell’infestazione da varroa tramite Varroa EasyCheck. Le famiglie presenti erano in parte colonie dell’anno precedente e in parte colonie costituite in primavera.

Come normale che sia, le colonie dell’anno precedente trattate in autunno avevano un carico di varroa maggiore — decisamente elevato in questo caso, oltre il 5% — ma erano più popolose.

Le famiglie dell’anno, già trattate con apibioxal gocciolato prima che la regina deponesse in primavera, avevano un’infestazione inferiore all’1%. Questo ci ha permesso di cominciare a capire le peculiarità del trattamento partendo da infestazioni diverse. Dopo aver posizionato le strisce si è provveduto a contare le cadute di varroa presenti nel fondo diagnostico. Ventiquattro giorni prima della rimozione le regine sono state ingabbiate, così da ottenere una riduzione della covata che terminasse in blocco l’ultimo giorno. Dopo aver rimosso le strisce, al termine delle 6 settimane, si sono liberate le regine e si è effettuato un trattamento con Api-Bioxal per gocciolamento per verificare quanta varroa fosse ancora presente nelle arnie. Nei 5 giorni successivi al gocciolato si sono contate le cadute che sono risultate, rispetto alle cadute registrate durante le 6 settimane, tra l’1% e il 21% del totale delle varroe contate complessivamente.

Le arnie erano posizionate sia in posizione di ombreggiamento che in pieno sole. In un’arnia al sole e in una all’ombra è stato inserito un datalogger per monitorare temperatura e umidità interne, rispetto a un terzo datalogger esterno che monitorava le condizioni ambientali.

Durante le 6 settimane si è notato, sul fondo diagnostico, la presenza di detrito costituito dalla rosura del materiale delle strisce, in alcuni alveari evidentemente più “attivi” nel cercare di rimuovere il principio attivo. L’aumento della rosura è apparso dipendere dall’umidità presente, riscontrando una maggiore rimozione del principio attivo all’aumentare dell’umidità. Questo, tuttavia, non ha fatto emergere effetti collaterali sulle famiglie durante i periodi di maggior rilascio.

 

La prova ha beneficiato di un andamento climatico molto favorevole: contrariamente a quanto accaduto negli anni precedenti, fino ad agosto è stato sempre presente un flusso di nettare e polline, condizioni che durante i trattamenti riducono gli effetti collaterali e aiutano molto le famiglie a sopportare il trattamento.

Come prima esperienza, in presenza di blocco, sembra buona l’azione acaricida; tuttavia, come tutti i presidi a lento rilascio, non è ideale con infestazioni elevate, poiché tale lentezza permette alla varroa di danneggiare ancora per giorni la covata rispetto a trattamenti più rapidi. Le colonie che partivano con alta infestazione si sono infatti spopolate molto; al contrario, le famiglie con infestazioni basse non hanno mostrato effetti collaterali e sono rimaste popolose, con un’infestazione residua adeguata a permettere un buon invernamento.

Questa prima esperienza ha fornito indicazioni promettenti sul prodotto, confermando al contempo i limiti derivanti dalla necessità di un blocco (o quasi) della covata per ottenere un’alta efficacia. Nelle prossime esperienze, e confrontandoci con i soci, si delineeranno meglio i punti critici e i punti di forza di questo nuovo presidio.

Giovanni Cecchi