Meteo
Il mese di maggio in Toscana si è caratterizzato per un clima altalenante: frequenti episodi di instabilità, alternati a giornate miti, hanno definito una stagione primaverile tutt’altro che lineare.
Le temperature sono rimaste generalmente in linea con le medie stagionali, con massime intorno ai 25–28°C, ma i frequenti passaggi perturbati, in particolare nella seconda decade del mese, hanno limitato le occasioni di bottinatura per le api.
Le precipitazioni, a tratti abbondanti, hanno interessato gran parte del territorio regionale, con accumuli significativi in collina interna, Mugello, Valdarno e costa tirrenica.
L’inizio di giugno ha visto un progressivo ritorno del bel tempo, con un aumento delle temperature fino ai 30–32°C nelle zone interne e una generale diminuzione delle piogge.
Tuttavia, il passaggio dal clima primaverile a quello tipicamente estivo è avvenuto in modo graduale, senza i veri picchi di calore improvvisi verificati negli ultimi anni.


Stato delle colonie
Le colonie hanno superato maggio con condizioni sanitarie generalmente buone, ma non mancano casi con scorte limitate nel periodo tra la fine della fioritura dell’acacia e le nuove produzioni di inizio estate. Questo ha provocato un rallentamento della covata specie in bassa collina dove questo gap è durato diversi giorni.
La sciamatura è rimasta contenuta, favorita da un avvio lento della stagione e da condizioni meteorologiche che non hanno spinto eccessivamente le colonie alla congestione. Purtroppo ad inizio giugno la sciamatura è ripartita in molte zone in modo più violento favorita dallo stabilizzarsi delle alte temperature e da un flusso di nettare non enorme ma costante.
Anche nella seconda settimana di giugno non mancano segnalazioni di sciami da parte dei cittadini in molti centri urbani toscani.
Produzioni
La fioritura dell’acacia, già compromessa in aprile, non ha migliorato la sua resa nel mese di maggio: tra piogge frequenti e fasi alterne di sole, il raccolto si è confermato scarso in gran parte della regione, con qualche eccezione in medio alta collina dove le condizioni favorevoli sono coincise con la piena fioritura.
Proprio a causa di questa intermittenza di raccolto in molte zone il miele raccolto è risultato un’acacia spesso mescolata ad altri nettari e con umidità superiore al 18%.
Complessivamente le medie si aggirano sul melario scarso, con valori migliori nelle zone particolarmente vocate della Garfagnana e della provincia di Pistoia e peggiori nelle province di Prato, Firenze e Arezzo.
In conlusione le produzione di Acacia è stata scarsa con punte di raccolto massime discrete solo in piccole zone, un risultato dunque non positivo ma senza dubbio migliore degli ultimi 2 anni.
La fioritura del tiglio sta andando verso la fine nelle città (Firenze, Prato, Pistoia) e sebbene abbia potuto godere della pioggia in pre fioritura sta pagando al momento il caldo eccessivo: la raccolta è in corso con importazioni giornaliere più che discrete ma le produzioni migliori sono attese solo laddove le colonie avranno superato la prima metà di giugno in buone condizioni di forza.
Al momento grazie alle precipitazioni passate le fioriture di prato, il rovo, l’ailanto stanno fornendo nettare e non mancano le importazioni di melata in bassa collina.
In collina bassa sta iniziando l’importazione di polline di castagno, segno che sta per partire la fioritura dei firoi femminili contenenti nettare.
La produzione di miele di castagno sembra promettere bene grazie alla disponibilità idrica accumulata nei mesi precedenti.

Criticità
Il carico di varroa, già segnalato a maggio in alcuni apiari, sta lentamente aumentando. I tecnici consigliano di iniziare fin da ora a programmare i trattamenti estivi, soprattutto negli apiari che hanno mostrato debolezza o sintomi riconducibili a virosi.
Conclusione
Giugno si apre sotto il segno della speranza, ma anche della cautela.
La stagione apistica 2025 ha visto un inizio più promettente rispetto agli anni precedenti, ma l’instabilità di maggio ha impedito di raccogliere alte produzioni.
Le fioriture estive saranno decisive: con un giugno stabile e un’attenta gestione degli alveari, si potrà ancora salvare la stagione.
La priorità resta la salute delle colonie, il controllo della varroa e l’adeguata valutazione delle scorte.