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Report fine settembre – edera, inula e calabroni
Le precipitazioni di settembre hanno permesso alle piante in fioritura, in particolare inula ed edera, di fornire buoni quantitativi di nettare su gran parte della regione. Nonostante il considerevole flusso di nettare in alcune zone gli apicoltori non hanno messo il melario, questa scelta è da ricondursi a due fattori:
1)molti apiari venivano da una situazione di scorte carente, a causa del clima caldo arido dei mesi precedenti e pertanto non erano in numero adeguato per andare a melario e avevano prima di tutto necessità di immagazzinare nettare nel nido.
2)Il miele di edera tende a cristallizzare rapidamente nel melario prima di raggiungere il 18% di umidità,
Dal convegno a Gavorrano – miele di edera, il punto di vista delle aziende
Il miele di edera sta diventando un prodotto che, nel bene e nel male, coinvolge e impegna le aziende apistiche toscane.
L’abbandono delle operazioni selvicolturali di pulizia del sottobosco e l’allungamento delle stagioni con autunni sempre più miti, favoriscono le api alla raccolta di questo nettare tardivo che, a causa della sua alta concentrazione di glucosio, tende a cristallizzare nei telaini. Questa caratteristica lo rende un miele di difficile gestione poiché costringe l’apicoltore ad effettuare smielature frequenti estraendo un miele umido che deve quindi essere deumidificato per evitare la fermentazione.