Tecnici in diretta mercoledì 19 giugno

L’incontro è riservato ai soci che riceveranno una email con le credenziali di accesso. 

Problematiche e malattie in una primavera intermittente

Purtroppo anche in questi primi mesi dell’anno, come nella scorsa stagione, registriamo raccolti scarsi o addirittura nulli, al punto di portare le colonie ad un ritardo o ad una riduzione dello sviluppo demografico. Nei casi più gravi, nelle colonie partite in ritardo o deboli dall’invernamento, abbiamo rilevato patologie che sono state avvantaggiate proprio da tali condizioni e, in casi estremi, morte per fame.

La mancanza di raccolto riscontrata in molte zone anche in questa primavera 2024 ha infatti nuovamente portato le colonie a dover sopportare condizioni di stress importanti in un momento stagionale in cui avrebbero dovuto svilupparsi, accrescersi e cominciare a riprodursi con la sciamatura, per poi passare infine all’accumulo di miele.
Un adeguato apporto alimentare, come per tutti gli organismi, è fondamentale per accrescersi, quanto più la disponibilità di risorse trofiche cala tanto più si arresta la crescita inficiando il mantenimento di un buono stato di salute oppure, nel peggiore dei casi, si giunge alla morte dell’individuo.

Dove le interruzioni di raccolto sono state frequenti anche le colonie già ben sviluppate e con adeguate scorte hanno avuto un rallentamento della deposizione della covata che in alcune zone è arrivata a una quasi interruzione totale.
Le uova delle api per i primi tre giorni non hanno necessità di essere alimentate ma dal quarto al nono giorno le larve richiedono sempre più alimento per un corretto sviluppo dimensionale e funzionale. Larve alimentate con deficit nutrizionali entro certi limiti danno origine ad api leggermente più piccole ma nei casi più gravi, in presenza di risorse limitate, le operaie che allevano la covata dovranno decidere se sottoalimentare tulle le larve o scegliere chi mangerà e chi no.

Questi meccanismi di risposta sono complessi e articolati ma risulta ben chiaro che nel momento in cui la covata non venga alimentata adeguatamente cominceranno a presentarsi dei problemi. 

Le api potrebbero quindi non ricevere abbastanza nutrimento per uno sviluppo completo e potranno soccombere, in altri casi subiranno cali di nutrizione che non ne impediranno il completo sviluppo ma, in condizioni di carenze di amminoacidi o semplicemente di zuccheri, diverranno più suscettibili alle patologie.

Oltre all’alimentazione anche le basse temperature e l’umidità influiscono negativamente sulle api esponendole maggiormente alle patologie. Le principali patologie che si verificano in questi casi sono di natura fungina: covata calcificata Ascosphaera apis e Nosema apis ormai rarissimo sul territorio nazionale soppiantato da Nosema ceranae.

Le condizioni predisponenti per la covata calcificata, malattia tipicamente primaverile, sono le stesse anche per la nosemiasi:
• temperature tra 22 e 30 °C, vale a dire larve poco riscaldate, rappresentano il suo habitat ideale.
• mancanza di miele nei nidi che funge da ottimo coibentante e volano termico permettendo alle colonie di tenere più facilmente sotto controllo i parametri ambientali interni dell’alveare al contrario la sua mancanza rende ancora più costoso metabolicamente la termoregolazione del nido.

La suscettibilità maggiore delle larve si ha quando vengono raffreddate immediatamente dopo l’opercolatura. Il raffreddamento può consistere in un lieve abbassamento della temperatura anche solo per poche ore, dai 34°C normalmente presenti nella covata.
Le larve più soggette a raffreddamento sono ovviamente quelle più periferiche rispetto alla rosa di covata e pertanto i nuclei e le colonie deboli risultano più a rischio.
Raramente l’esito della patologia porta a morte le colonie colpite ma le indebolisce
riducendone la produttività ed esponendole ad altre patologie, come ad esempio la peste europea.

Nosema
L’infezione da nosema è favorita tendenzialmente da primavere fredde e piovose, quando le api sono soggette a stress nutrizionali non riuscendo con continuità a reperire nettare e polline. Il clima piovoso fa aumentare ulteriormente le probabilità di contagio tra le api della colonia poiché le costringe a stretto contatto per tempi prolungati all’interno dell’arnia.
Il Nosema apis si manifesta con fenomeni diarroici anche importanti che portano ad un indebolimento progressivo della colonia, mentre ceranaea si manifesta in maniera non immediatamente evidente con una riduzione della longevità e aumento della mortalità delle operaie che avviene lontano dall’arnia.

Le patologie virali
In periodi “difficili” la deposizione può rallentare fino ad arrestarsi con la conseguenza di avere meno covata e di conseguenza un incremento percentuale di varroe/celle di covata allevate. Le api che nasceranno in tali circostanze potrebbero presentare una maggiore incidenza di patologie virali trasmesse dalla varroa con conseguenti ulteriori rallentamenti dello sviluppo della colonia e indebolimenti. Questa situazione potrebbe risultare estremamente grave soprattutto in casi in cui i trattamenti invernali avessero avuto una scarsa efficacia presentando già nella colonia un carico di varroa e di virus già elevati.

Proprio durante questi momenti negativi è possibile riscontrare differenze anche importanti tra colonie dello stesso apiario, tali disomogeneità permettono di selezionare le colonie che si mostreranno migliori nel fronteggiare questi momenti avversi e fare di necessità virtù.

Giovanni Cecchi

Tecnici in diretta – mercoledì 15 maggio

Ci vediamo mercoledì 15 maggio ore 21:00 su piattaforma Zoom con i Tecnici in Diretta

Argomenti della serata:

 

Bilancio primaverile:
chi ha prodotto? Perche’? Vediamo dove si è raccolto e dove no, valutando sia la differenza tra zone sia i metodi di gestione che hanno dato i migliori risultati.
Quali prospettive future:
-le famiglie sono pronte per i prossimi raccolti?
-Ci siamo lasciati la sciamatura alle spalle?
-Quali piante nettarifere sembrano avere prospettive produttive e quali portrebbero accusare delle problematiche a causa del clima?

Avvelenamenti e malanni di stagione:
-In questa primavera piovosa si sono intensificati i trattamenti fitosanitari sulle colture aumentando i rischi di avvelenamenti, Come accorgersi degli avvelenamenti e come agire.
-In un periodo di scarsi raccolti le colonie indebolite possono più facilmente cedere a patologie come riconoscerle e come agire

Il favo a maschio per la lettura della febbre sciamatoria

L’impiego del favo a maschio non rappresenta una tecnica di controllo della sciamatura bensì un metodo rapido e veloce per poter leggere i segnali che una famiglia in procinto di sciamare ci fornisce.
Introducendo un favo a maschio nell’alveare potrò ad ogni visita iniziare il controllo ispezionandolo e valutare se la colonia avrà bisogno di essere visitata integralmente o meno. In questo modo eviterò di arrecare un disturbo eccessivo alla colonia e guadagnerò del tempo per altre colonie che necessitano interventi.

La presenza di un favo a maschio spinge la colonia ad avere una covata più ordinata con la deposizione a fuco in un solo telaino e senza dover deformare gli altri favi femminili per la costruzione di covata maschile. Ciò renderà al contempo più difficile la formazione di celle reali che saranno prevalentemente collocate proprio sul favo a fuco.

Ci sono in commercio vari telaini a scomparti destinati all’allevamento di covata a fuco (in foto il modello di Aldo Baragatti), in alternativa se a primavera inserisco un telaino da melario o un telaino da nido, dal quale rimuoverò una metà del foglio cereo nella parte bassa compresi i fili, le api riempiranno gli spazi vuoti con un favo naturale per ospitare covata a fuco.

A primavera, quando le colonie iniziano l’accrescimento ed inizia ad entrare il primo nettare il favo a maschio viene collocato subito dopo il diaframma, in questo modo sarà il primo telaino ad essere visitato.
Una volta costruito dalle api ad ogni visita andrò a rimuoverne una porzione per vedere, quando tornerò in apiario, come la colonia avrà reagito a questa operazione.

Solitamente si verificano i seguenti casi:

  • Favo a maschio ricostruito con uova dentro le nuove celle: la regina depone normalmente e difficilmente sarà in febbre sciamatoria con cupolini o celle reali negli altri telaini. In apicoltura non ho mai la certezza assoluta ma solitamente con questa situazione non sarà necessario visitare la colonia per scellare.
  • Favo a maschio ricostruito con miele dentro le celle: in questo caso la regina è stata preceduta dalle operaie che hanno impiegato il favo a fuco per la collocazione di nettare fresco. Il motivo per questo comportamento è riconducibile a vari fattori che mi costringono a visitare gli altri telaini. È possibile che la regina non sia particolarmente performante o che l’apicoltore abbia allargato troppo il nido. In questi casi dovrò valutare la regina considerando che un individuo in salute depone più di 2000 uova al giorno riuscendo a mantenere coperti completamente 6 telaini. Alla luce di queste caratteristiche è ovvio che più tendo a lavorare su 9 o addirittura 10 telaini più la lettura del favo a fuco sarà meno precisa. Se ovviamente la presenza di miele nel favo a maschio è accompagnata da altri segnali che indicano la febbre sciamatoria dovrò prendere delle misure di intervento in tal senso.   
  • Favo non ricostruito: possibile allargamento eccesivo del nido in concomitanza con un calo di importazione o problemi sanitari. È ovvio che in questo caso si visita la famiglia per comprendere l’origine di tale situazione.
  • Favo a maschio con cupolini e/o celle reali: situazione di febbre sciamatoria in atto con conseguente diminuzione dell’attività di deposizione delle regine. Dovrò visitare il nido in cerca di altre celle e valutare se la sciamatura è reversibile o meno.

Se volete approfondire questa tematica ne parleremo online, in occasione di tecnici in diretta (LINK), mercoledì 17 aprile alle 21:00 

a cura di: Michele Valleri

Telaino a fuco, sciamatura, produzioni e Velutina con i Tecnici in diretta

Mercoledì 17 aprile ore 21:00 vi aspettiamo a Tecnici in diretta dove affronteremo importanti tematiche apistiche di attualità:

  • I primi raccolti(?) – come stà iniziando la stagione?
  • Situazione delle famiglie e andamento meteo.
    Ripercorreremo le settimane trascorse e dando uno sguardo alle previsioni faremo il punto su come affrontare la situazione in funzione di obbiettivi e potenzialità della stagione.
  • Favo a maschio… e altre tecniche per monitorare e gestire la sciamatura
    Analizzeremo l’utilizzo del favo a maschio come tecnica di monitoraggio della sciamatura e ci confronteremo su altre tecniche di gestione come scellatura salasso e ingabbio.
  • Nidi primari di Vespa velutina come riconoscerli e come operare correttamente

I soci riceveranno una email per accedere all’evento, vi aspettiamo!

Tecnici in diretta mercoledì 20 marzo

Ci vediamo mercoledì 20 marzo ore 21:00 su piattaforma Zoom con i Tecnici in Diretta

Argomenti della serata:

  • Appuntamenti in calendario ecc…
  • Stato di sviluppo degli alveari e previsioni
  • La matematica delle api: calcolare come quando fare sciami per limitare la sciamatura, e tutte le operazioni e tecniche che in questo periodo permettono di pilotare lo sviluppo delle colonie e facilitarle nel periodo primaverile che stà diventando un momento sempre più delicato per il loro sviluppo.
  • Vespa Velutina: Facciamo il punto all’avvio della stagione di sviluppo che comicia anche per questo insetto

 

Se vuoi partecipare a dare un quadro territoriale più ampio e dettagliato puoi regalarci due minuti per compilare il questionario che trovi al seguente link.

I soci riceveranno una email per partecipare all’evento.

Tecnici in diretta mercoledì 21 febbraio

Ci vediamo mercoledì 21 febbraio ore 21:00 su piattaforma Zoom con i Tecnici in Diretta 

Argomenti della serata:

  • Il convegno di primavera a Rosignano Solvay e i prossimi appuntamenti.
  • Pillole dal congresso dell’apicoltura professionale AAPI: uno sguardo alle novità, alle tematiche affrontate e alle aziende che ci hanno ospitato. 
  • Situazione stagionale, come sta andando lo svernamento? Confrontiamoci sulle previsioni meteo e la ripresa di sviluppo.

 

Se vuoi partecipare a dare un quadro territoriale più ampio e dettagliato puoi regalarci due minuti per compilare il questionario che trovi al seguente link.

I soci riceveranno un link per accedere all’evento.

Non mancate!

Tecnici in diretta mercoledì 17 gennaio

Ci vediamo mercoledì 17 gennaio ore 21:00 su piattaforma Zoom con i Tecnici in Diretta 

Argomenti della serata:

Eccoci nel 2024, situazione delle colonie e dell’invernamento.

Predisporre le colonie alla fine dell’invernamento e alla spinta/freno della deposizione, tra nutrizioni, diaframmi ecc.. Uno sguardo a tecniche strumenti e loro utilizzo.

Se vuoi partecipare a dare un quadro territoriale più ampio e dettagliato puoi regalarci due minuti per compilare il questionario che trovi al seguente link.

L’incontro è riservato ai soci in regola con la quota associativa che riceverranno una email con i link di accesso.

 

Un anno ricco di attività

Il 2023 non è stato un anno facile per l’apicoltura toscana; l’andamento climatico sempre più imprevedibile e l’incremento dei costi di gestione rendono l’attività apistica sempre più complessa.

È proprio in questi anni che è necessario essere uniti e collaborare per affinare il proprio bagaglio di conoscenze attraverso la condivisione e la formazione apistica. Inoltre è importante trasmettere alla comunità ed alle istituzioni l’importanza delle api per l’ambiente e la salubrità del miele italiano.

Di seguito potete trovare e consultare i servizi per i soci e le attività svolte da Arpat nel 2023, con la certezza che anche nel 2024 vi forniremo tante altre novità.

La formazione e aggiornamenti tecnici:

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Eventi

Promozione del miele:

Attività nelle scuole

Apiari didattici e protocolli di intesa stipulati:

Prove di campo:

Progetti e collaborazioni

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Logistica in apicoltura gruette e agevolatori di carico

Vi aspettiamo venerdì 12 gennaio ore 21:00 su piattaforma Zoom con i Tecnici in Diretta Extra

L’apicoltore e tecnico Arpat Paolo Betti racconta la sua esperienza sul tema del nomadismo e della movimentazione del materiale apistico. L’incontro tratterà una veloce panoramica su agevolatori di carico e gruette disponibili sul mercato per poi concentrarsi sulle caratteristiche che potrebbero essere determinanti nella scelta dello strumento più idoneo.

Saranno trattati gli aspetti tecnici e qualitativi ed infine richiamati anche quelli normativi, il tutto facendo riferimento all’esperienza aziendale vissuta.

Se avete domande da porre potete anticiparcele compilando il modulo qui, Paolo risponderà durante l’incontro.

L’incontro è riservato ai soci in regola con la quota associativa.