Giannutri: il Parco vieta le api, ma autorizza i pesticidi

Il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano ha deciso di vietare la presenza di alveari sull’isola di Giannutri a partire dal 2025, sostenendo che le api domestiche possano rappresentare una minaccia per gli impollinatori selvatici.

Questa decisione mette a rischio un’importante attività di selezione genetica dell’ape ligustica, portata avanti con successo da anni sull’isola, dall’azienda nostra associata “La Pollinosa”.

Tuttavia, se da un lato il divieto degli alveari è stato giustificato con il potenziale impatto delle api domestiche sugli insetti selvatici, dall’altro il Parco continua ad autorizzare l’uso del pesticida Flytrin 6.14, insetticida neurotossico a base di permetrina e tetrametrina, generando un evidente paradosso ambientale Queste sostanze sono altamente tossiche per gli insetti e pericolose per gli ecosistemi acquatici, oltre ad essere sospettate di effetti cancerogeni.

Il CREA – Consiglio per la Ricerca in Agricoltura – ha criticato la decisione del Parco, sottolineando che lo studio su cui si basa il divieto degli alveari non ha considerato l’impatto dei pesticidi sulla fauna locale.

Anche il prof. Porrini dell’Università di Bologna ha evidenziato lacune metodologiche nello studio, parlando di “errore concettuale”.

L’uso dei pesticidi a Giannutri

Ogni anno, da giugno a settembre, il Parco autorizza trattamenti adulticidi con Flytrin 6.14 per il controllo delle zanzare.

Questo prodotto contiene permetrina e tetrametrina, sostanze con un’azione residuale prolungata e un forte potere abbattente sugli insetti.

La loro persistenza nel suolo può danneggiare interi ecosistemi, influenzando la catena alimentare terrestre e acquatica.

L’uso di questi pesticidi su un’isola di meno di 3 km², caratterizzata da forte ventilazione e da un ambiente fragile, solleva dubbi sulla coerenza delle politiche di tutela ambientale adottate dal Parco.

Il divieto degli alveari: una decisione contestata

Il divieto degli alveari si basa su uno studio delle Università di Pisa e Firenze e su una tesi di laurea che affermano di aver riscontrato due fenomeni: un cambiamento nel comportamento di foraggiamento degli impollinatori selvatici e una riduzione del loro numero nel corso di quattro anni. Gli autori dello studio attribuiscono questo calo alla competizione con le api domestiche per le risorse trofiche.

Tuttavia, diversi esperti hanno contestato questa conclusione, ritenendola arbitraria e non supportata da un’analisi multifattoriale. Elementi cruciali come l’uso dei pesticidi, i cambiamenti climatici e la riduzione delle risorse alimentari non sono stati considerati come possibili cause del declino degli insetti selvatici.

Critiche scientifiche alla decisione del Parco

Il CREA ha espresso forti riserve sulle conclusioni dello studio, sottolineando che le sostanze chimiche utilizzate per la disinfestazione delle zanzare possono avere effetti diretti e indiretti sugli impollinatori selvatici. In particolare, le colonie di bombi potrebbero subire danni significativi, con la contaminazione delle bottinatrici e delle future regine, mentre le antofore potrebbero essere colpite negli stadi giovanili, compromettendo la loro sopravvivenza nell’anno successivo.

Il prof. Porrini ha inoltre criticato la metodologia adottata nello studio, evidenziando che la sperimentazione è stata condotta con il presupposto che le api mellifere fossero l’unico fattore responsabile della riduzione degli impollinatori selvatici. Questa impostazione ha portato a errori concettuali, come la gestione “on-off” degli alveari, che non tiene conto della complessità dell’interazione tra api e ambiente.

L’importanza dell’apicoltura e della selezione genetica

L’apicoltura è riconosciuta dalla legge italiana come un’attività di interesse nazionale, fondamentale per la conservazione dell’ambiente e dell’agricoltura. La legge 313/2004 impegna gli enti pubblici a favorire la presenza degli alveari e a tutelare le api come risorsa per la biodiversità.

L’isola di Giannutri rappresenta un sito unico per la selezione genetica dell’ape ligustica, grazie all’assenza di altre colonie e all’isolamento geografico. Questo la rende un luogo ideale per programmi di conservazione della purezza genetica dell’ape italiana, un patrimonio di valore inestimabile per la biodiversità e per l’apicoltura nazionale.

Il prof. Pagnacco, esperto di miglioramento genetico, ha sottolineato l’importanza del lavoro svolto a Giannutri, definendolo “un esempio eccellente di gestione genetica della specie”. La selezione delle api in purezza su un’isola protetta dovrebbe essere considerata una risorsa da preservare, piuttosto che un’attività da vietare.

Conclusioni

Siamo convinti che, nel rispetto dei ruoli, il confronto sia non solo utile ma necessario. Nel caso specifico di Giannutri, e più in generale rispetto alle decisioni che il Parco sta prendendo, non abbiamo mai avuto l’opportunità di esprimere il nostro punto di vista o di partecipare a un confronto tecnico.

Questa mancanza di dialogo è ancora più grave se si considera che tutte le decisioni prese negli ultimi vent’anni, a livello europeo e non solo regionale, inseriscono il Parco nella misura ACA 18, ovvero in un’area tutelata per la biodiversità in cui è prevista – e anzi incentivata – la presenza delle api.

Si parla dunque di un territorio in cui l’apicoltura dovrebbe essere sostenuta perché svolge una funzione fondamentale per l’ambiente. Ci troviamo quindi di fronte a una scelta che appare in totale contrasto con gli indirizzi politici nazionali ed europei.

La decisione del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano di vietare le api domestiche sull’isola di Giannutri appare incoerente e poco supportata da evidenze scientifiche robuste e va contro le attuali direttive Europee che vedono l’ape mellifera allevata al centro dei progetti di miglioramento agro-ambientale. Mentre il divieto degli alveari si basa su uno studio contestato da numerosi esperti, l’uso di pesticidi neurotossici continua indisturbato, con potenziali danni all’ecosistema dell’isola.

Gli apicoltori sono stati tra i primi a denunciare gli effetti negativi dei pesticidi sugli impollinatori e sull’ambiente, contribuendo attivamente alla lotta contro l’uso indiscriminato di sostanze chimiche dannose, favorendo tutti i pronubi.

Bandire le api in nome della biodiversità con tesi deboli, mentre si continua a impiegare pesticidi, rappresenta un paradosso ambientale che merita una riflessione approfondita. Gli apicoltori, le associazioni e gli esperti chiedono un intervento urgente della Regione Toscana per rivedere questa decisione e garantire una tutela reale della biodiversità, basata su dati scientifici solidi e su un approccio coerente alla conservazione dell’ambiente.

Foto: la Pollinosa

Report inizio aprile: buona primavera! (Con dita incrociate)

Nonostante il meteo incerto, con continue precipitazioni e cali termici notturni, la vegetazione e le colonie di api hanno raggiunto l’assetto primaverile.

L’erica è in fioritura, e i raccolti sulle coste e sulle isole sono quasi ultimati, seppur non eccezionali a causa dell’instabilità meteorologica.

Attualmente sono in apertura il ciliegio, la colza, il salice e molte altre fioriture fondamentali per la ripartenza delle colonie.

In pianura si osservano i primi sciami, mentre in media collina sono presenti i primi fuchi.

Ciò indica che anche nelle zone di montagna non bisognerà attendere molto prima di adottare misure di controllo della sciamatura.

Le previsioni meteo non segnalano nell’immediato forti peggioramenti, ma rimane il rischio di una prima decade di aprile con afflussi di aria fredda dal Nord. Cali termici che già hanno recato disturbo e ucciso bottinatrici di rientro negli alveari (foto),

Questo potrebbe comportare gelate tardive che, considerando lo sviluppo vegetativo già avanzato, rappresentano una minaccia per la flora e, di conseguenza, per la disponibilità di nettare.

Purtroppo questo scenario lo ricordiamo bene poiché negli ultimi 6 anni si è già verificato più di una volta.

Lavori da svolgere in aprile

  • Ispezione delle colonie nelle giornate più calde per verificare la presenza della regina, la quantità di covata e le scorte di cibo.
  • Nutrizione stimolante, se necessario, con sciroppo zuccherino per favorire lo sviluppo delle colonie.
  • Controllo sanitario per monitorare eventuali patologie e intervenire tempestivamente.
  • Espansione del nido, aggiungendo telaini con telaini costruiti o fogli cerei (se le temperature permettono la costruzione dei favi) tra l’ultimo telaino di covata e uno di scorte.
  • Monitoraggio della sciamatura, osservando il comportamento delle colonie e preparando eventuali sciami artificiali.
  • Posizionamento dei melari in vista delle fioriture primaverili principali.
  • Attenzione alle condizioni meteo, per proteggere le colonie da eventuali ritorni di freddo tardivi.
  • Controllo delle fioriture per garantire alle api risorse nettarifere adeguate.
  • Gestione delle scorte, verificando che le colonie abbiano provviste sufficienti per evitare cali produttivi.
  • Pareggiamenti: per non lasciare indietro famiglie sane che però hanno avuto problemi di accrescimento rispetto alle altre colonie dell’apiario.

Fino alla prima decade di aprile, sarà essenziale monitorare l’evoluzione meteo e adottare strategie flessibili per garantire la migliore ripartenza alle colonie.

Entriamo in una fase molto delicata della stagione in cui le ora di lavoro in apiario aumentano esponenzialmente e dove spesso si è soggetti a cambi di programma a causa del meteo ballerino. Si consiglia un’attenta programmazione del lavoro che miri a prevedere gli imprevisti e ad agire in anticipo senza però andare ad alterare le dinamiche della colonia.

Tecnici in diretta mercoledì 15 gennaio

Ci vediamo mercoledì 15 gennaio ore 21:00 su piattaforma Zoom con i Tecnici in Diretta

Argomenti della serata:

Eccoci nel 2025, situazione delle colonie e dell’invernamento.

Predisporre le colonie alla fine dell’invernamento e alla spinta/freno della deposizione, tra nutrizioni, diaframmi ecc.: uno sguardo a tecniche, strumenti e loro utilizzo.

Se vuoi partecipare a dare un quadro territoriale più ampio e dettagliato puoi regalarci due minuti per compilare il questionario che trovi al seguente link.

L’incontro è riservato ai soci che riceveranno una email per accedere all’evento. 

 

 

Tecnici in diretta mercoledì 21 febbraio

Ci vediamo mercoledì 21 febbraio ore 21:00 su piattaforma Zoom con i Tecnici in Diretta 

Argomenti della serata:

  • Il convegno di primavera a Rosignano Solvay e i prossimi appuntamenti.
  • Pillole dal congresso dell’apicoltura professionale AAPI: uno sguardo alle novità, alle tematiche affrontate e alle aziende che ci hanno ospitato. 
  • Situazione stagionale, come sta andando lo svernamento? Confrontiamoci sulle previsioni meteo e la ripresa di sviluppo.

 

Se vuoi partecipare a dare un quadro territoriale più ampio e dettagliato puoi regalarci due minuti per compilare il questionario che trovi al seguente link.

I soci riceveranno un link per accedere all’evento.

Non mancate!

Incontri territoriali in presenza: luglio

Vi ricordiamo che nel mese di luglio si svolgeranno gli incontri territoriali con i nostri tecnici, gratuiti, senza prenotazione e riservati ai soci Arpat.

Di seguito il calendario degli incontri:

  • Prato (PO): lunedì 3 luglio, ore 21:00 presso i locali della Parrocchia Galcetello, via 7 marzo, 35 (referente Paolo: 338 3095761)
  • Firenze (FI): mercoledì 12 luglio, ore 21:00 presso il Circolo Ricreativo Silvano Corti, via Sant’Andrea a Rovezzano, 70 (referente Giovanni: 345 7142222)

Con i tecnici parleremo dell’andamento stagionale nella zona e delle operazioni del mese e dei fondamentali trattamenti estivi

Osservatorio Nazionale Miele: comunicato allerta apicoltura primavera 2023

Sulla base delle informazioni raccolte negli ultimi giorni e delle criticità già emerse con la rilevazione del mese di aprile,
l‘Osservatorio Nazionale Miele ha emanato un primo comunicato sulla situazione di difficoltà che il settore sta attraversando.
Con la rilevazione di maggio, che uscirà ai primi di giugno, l’osservatorio avrà un ulteriore stima quantitativa dei danni registrati sul territorio nazionale.

Tecnici in diretta mercoledì 17/05/2023

Ti aspettiamo mercoledì 17 maggio ore 21:00 su piattaforma Zoom con i Tecnici in Diretta 

Parleremo di:

  • Patologie di una stagione incerta: come riconoscerle – come agire
  • Punto sull’acacia e sulle prossime fioriture, come sta andando…
  • Tra raccolti e sciamatura: la gestione dell’apiario
  • Prospettive meteo…

Se vuoi partecipare a dare un quadro territoriale più ampio e dettagliato puoi regalarci due minuti per compilare il questionario che trovi al seguente link.

L’incontro è riservato ai soci in regola con la quota associativa.

Tecnici in diretta mercoledì 19 aprile

Ti aspettiamo mercoledì 19 aprile ore 21:00 su piattaforma Zoom con i Tecnici in Diretta

Parleremo di:

  • Gelate: differenze tra il 2023 e il 2021
  • Tendenze e previsioni: capirle per l’organizzazione delle nostre strategie aziendali
  • Sciamatura: analizziamo le tecniche di gestione
  • Produzioni di miele e regine: spunti e scenari aziendali del mese
I soci riceveranno una email per accedere all’evento.
NON MANCATE!
acacia

Incontri in presenza: le date di aprile

incontri in presenza apicoltura aprile
Vi ricordiamo che nel mese di aprile si svolgeranno in presenza i seguenti incontri territoriali con i nostri tecnici: 
gli incontri non richiedono prenotazione e sono riservati ai soci ARPAT in regola con la quota.
 
 

– Terranuova Bracciolini (AR)  3 aprile, ore 21:00 presso W.I.P – Work In Progress, via Roma 53 (referente Michele: 391 1424227)

 
– Prato (PO)  3 aprile, ore 21:00 Torna nella consueta sede presso i locali della Parrocchia Galcetello, via 7 marzo 35 (referente Paolo: 338 3095761)
 
– Cascina (PI) 5 aprile, ore 21:00 presso il Circolo Unione del Lavoro, via Stradiola 43 (referente Alessandro: 334 8399100)
 
– San Lorenzo a Merse (SI) 26 aprile, ore 21:00 presso il Circolo ARCI di San Lorenzo a Merse, Piazza della Fonte 16 (referente Francesco: 347 7609693)
 
 
Parleremo di:
– Sciamatura  e gestione della sciamatura
– Condizione delle colonie e aggiornamento sulla situazione in atto con il consueto confronto e giro di tavolo
 
 
Gli incontri si svolgeranno con cadenza mensile (Cascina e Prato) e bimestrale (Terranuova Bracciolini e Siena). 
Bimestrali anche Firenze e Grosseto che si terranno il prossimo mese di maggio).
 
Gli incontri territoriali sono un’ulteriore occasione di confronto e scambio di informazioni fra i soci e i tecnici ARPAT, oltre al consueto appuntamento online su zoom con “Tecnici in diretta” (il terzo mercoledì di ogni mese).

Report inizio marzo: un po’ di pioggia in attesa della partenza stagionale

Primi giorni del mese caratterizzati da precipitazioni e neve in bassa quota. Anche per questa settimana (6-12 marzo) andremo incontro ad un periodo di cielo nuvoloso e tendenzialmente umido ma solo talvolta caratterizzato da precipitazioni.
Le piogge sono quindi attese ma probabilmente modeste. Tali condizioni, non partendo da una situazione di siccità pregressa così importante, ci fanno vedere il bicchiere mezzo pieno rispetto alle situazioni già critiche del nord Italia.

Ciò ci fa capire come gli scenari climatici si stiano pian piano inesorabilmente modificando verso realtà diverse a quelle alle quali eravamo abituati.

Fortunatamente al momento un ritorno delle basse temperature pare poco probabile, l’avanzare del fronte artico di questi giorni sembra mantenersi sul nord Europa risparmiando quindi la nostra penisola.
Ciò è senza dubbio positivo in quanto ormai per molte piante la stagione vegetativa è iniziata:
iniziano a fiorire gli alberi da frutto appartenenti al genere Prunus, nei prati sono fioriti il tarassaco, le margherite e la senape selvatica. Potete monitorare le fioriture del mese di marzo attraverso il nostro report fioriture.

Dopo un anno di assenza causa siccità si vedono i primi boccioli di erica sulla costa e nel senese, mentre è ancora in fiore la mimosa la cui fioritura quest’anno è stata molto lunga. Scenario al momento più favorevole dello scorso anno dove la siccità non aveva permesso alla macchia mediterranea di sviluppare i germogli florali.

Situazione delle famiglie
Il marzo “ballerino”, con alternanza caldo/freddo e pioggia/sole è spesso caratterizzato da instabilità, ciò rappresenta un problema per le colonie solo se in autunno non sono state in grado di formare un numero di individui e una quantità di scorte adeguata ad affrontare un inverno lungo. Fortunatamente lo scenario è migliore degli scorsi anni, almeno per quanto riguarda le colonie nutrite a fine estate/autunno e gli apiari che hanno fruito dei raccolti di edera e inula.

La speranza è che le fioriture non partano troppo repentinamente altrimenti le colonie, al momento con covata modesta, difficilmente potranno sfruttare appieno i primi fiori.

Come è facilmente intuibile sussistono notevoli differenze tra apiari di costa e montagna: i primi hanno già discreti quantitativi di covata con le prime covate a fuco, mentre per le famiglia in medio alta collina siamo ancora su 2-3 roselline di covata (anche se in rapida espansione).

Al momento i lavori in apiario sono gli stessi della seconda metà di febbraio dove si cerca di stringere le colonie per mantenere la nuova covata al caldo, nutrire con soluzione solida negli areali dove la stagione non è ancora partita. La sensazione tuttavia è che basteranno pochi giorni con temperature miti per far decollare la stagione.

meteo marzo 2023 apicoltura toscana

Commento
Nel mese di marzo gli scenari climatici possono cambiare drasticamente in pochi giorni ed è pertanto importante controllare che le api siano in grado di gestire al meglio spazi e scorte.
Non vi è ancora il rischio di sciamatura anche se nel grossetano, lungo la costa e sulle isole si hanno segnalazioni di famiglie già abbondantemente da melario e con la stagione della sciamatura ormai prossima.

Nelle altre zone più indietro ci possiamo ancora permettere di tenere le api più strette per garantire una covata più calda senza avere il rischio di sciamature.